Sezione Archivi

"Archivi e biblioteche hanno in comune un settore specifico e nobilissimo: quello dei manoscritti, cioè dei documenti e dei libri, antichi e moderni, scritti a mano e conservati nelle serie e nei fondi che costituiscono il nucleo storicamente più importante di ciascuna di queste istituzioni. Tale settore crea continuamente, nella realtà di tutti i giorni, occasione di contatto e di incontri fra i bibliotecari e gli archivisti, mentre è indubbio che, anche sul piano scientifico, gli sviluppi recenti della codicologia e dell’archivistica avvicinano tanto queste due discipline che oggi si può e si deve (...) parlare di una “archivistica dei manoscritti”, consistente nella serie organica dei fondi che li conservano, in quanto formano complessi unitari» (A. Petrucci, La descrizione del manoscritto. Storia, problemi, modelli, Roma 1984).
Le ragioni di tali frequenti interferenze nella conservazione del materiale manoscritto vanno ricercate nella storia della formazione delle singole raccolte, consistenti a volte solo in un contrasto burocratico, se non addirittura per ragioni di pura casualità. Come è noto, sono tutt’altro che rari i casi di organici fondi di manoscritti che ab origine hanno incorporato intere serie di documenti pubblici relativi alle attività politiche o religiose del fondatore di una data biblioteca. Ricchissima di fondi documentari è la Biblioteca Apostolica Vaticana, che pure si è sviluppata accanto all’Archivio Segreto (P. Vian, Frammenti e complessi documentari nella Biblioteca Vaticana, in Archivi e archivistica a Roma dopo l’unità: genesi storica,ordinamenti e interrelazioni, Atti del convegno, Roma 12-14 marzo 1990, Roma 1994, pp. 404-441; L. Cacciaglia, Archivi di famiglie nella Biblioteca Vaticana, ibid. pp. 380-403). In essa si riscontrano anzi alcuni fra i più clamorosi casi di serie documentarie incorporate in biblioteche private: si pensi ai carteggi diplomatici del fondo Barberini, alle pergamene dei monasteri dell’Italia meridionale del fondo Chigi o a quelle, greche e latine, che costituiscono alcuni codici della serie dei manoscritti Vaticani Latini, e infine al fondo Introiti-Esiti, costituito dai libri di conti della Casa pontificia e complementare a quello, assai più consistente, conservato nell’Archivio Segreto.
Non per separare le serie documentarie incorporate fin dall'inizio nei fondi manoscritti, ma solo per una più efficace conservazione e gestione dei materiali, a un certo punto nella Biblioteca Vaticana è stata avvertita l’esigenza di creare una sezione separata per i fondi (più o meno consistenti) di natura propriamente ed esclusivamente archivistica. Per questo motivo, alla fine degli anni Settanta, è stata istituita un’apposita Sezione Archivi, dove sono stati definitivamente collocati i veri e propri grandi archivi (o consistenti spezzoni di archivi) pervenuti in tempi, per cause e in circostanze diversi.

I FONDI ARCHIVISTICI

Di seguito, una rapida panoramica di alcuni fondi archivistici conservati.

FAMIGLIE

(Barberini, Chigi, SS.ma Incarnazione, Salviati, Colonna, Colonna di Sciarra, Ottoboni)

Il primo grande archivio a giungere nella Vaticana fu, nel 1902, l’Archivio Barberini, insieme alle raccolte dei manoscritti e degli stampati. Oltre ai documenti sulla storia della famiglia, è conservata tutta la documentazione relativa alle numerose abbazie di cui i cardinali Barberini furono commendatari, le carte del monastero dell’Incarnazione di Roma (detto delle Barberine) ed altre raccolte di famiglie strettamente associate, pervenute per via di matrimoni ed eredità, come quelle dei Salviati e dei Colonna di Sciarra, uno spezzone dell’Archivio Colonna (complementare dell’Archivio Colonna del ramo di Paliano oggi a Subiaco), la computisteria del card. Pietro Ottoboni juniore (+1740).
Le principali serie consultabili sono: Abbadie, Computisteria. Giustificazioni I, Indice I-IV.
Nel 1944, per essere messo al riparo dalle distruzioni belliche, giunse l’Archivio Chigi (circa 25.000 unità, secc. XII-XX, insieme a una raccolta di disegni di Gian Lorenzo Bernini). L’archivio e i disegni provenivano dal palazzo baronale dei Chigi ad Ariccia, dove erano stati trasportati nel 1918 dal romano Palazzo Chigi in seguito alla vendita di questo al Governo italiano. I manoscritti e gli stampati erano già pervenuti alla Biblioteca Vaticana nel 1922, donati dal Governo italiano alla Santa Sede.

BASILICHE ROMANE

(Capitolo di S. Pietro, S. Anastasia, S. Angelo in Pescheria, S. Maria in Cosmedin, S. Maria in via Lata, S. Maria ad Martyres/Pantheon)

Nel 1940 fu trasferito alla Biblioteca dalla Basilica, dove era rimasto fin dalle origini, l’Archivio del Capitolo di S. Pietro, secondo il desiderio di Pio XI (1922-1939) e poi di Pio XII (1939-1958). Il fondo costituisce uno dei più importanti complessi documentari della Sezione Archivi della Biblioteca Vaticana, per la vastità di materie trattate, per la storia culturale e religiosa, per le dinamiche edilizie e artistiche della Basilica, complemento indispensabile dell’Archivio della Reverenda Fabbrica. Anche in questo caso, oltre ai documenti d’archivio, sono conservati in fondi separati i manoscritti e gli stampati antichi. La parte propriamente archivistica comprende la serie delle circa 78 Capsae, che raccolgono soprattutto pergamene insieme a carte legate in fascicoli, con documenti dal X secolo (fra questi la bolla di Bonifacio VIII per il giubileo del 1300); le serie Privilegi e atti notarili, Censuali, Registri dei mandati, Libri Mastri, Abbazie, Cappella Giulia, Catasti, Mappe dei beni urbani e rustici e numerose altre ancora, sempre collegate alla gestione del patrimonio immobiliare posseduto e amministrato dall’istituzione canonicale. Sono incorporate intere raccolte documentarie di istituzioni collegate con il Capitolo, come l’archivio della confraternita di S. Egidio, le carte del Seminario Romano, delle chiese di S. Caterina della Rota e S. Biagio a via Giulia. Insieme all’archivio del Capitolo sono giunte anche le carte di mons. Angelo Costaguti (1755-1822), canonico di S. Pietro.
Nella Biblioteca Vaticana si conservano archivi o spezzoni d’archivi di altre basiliche romane (come è noto, la maggior parte degli archivi dei capitoli delle basiliche romane è conservata presso l’Archivio Storico del Vicariato, ad eccezione di quello di S. Lorenzo in Lucina ubicato presso l’Archivio di Stato di Roma, e di quelli di S. Lorenzo in Damaso e delle Basiliche Papali, che si trovano tuttora in sede): S. Anastasia (84 unità riguardante la gestione contabile-amministrativa della basilica, dal 1559 alla fine dell’Ottocento; complementare a quello esistente nell’Archivio Storico del Vicariato); S. Angelo in Pescheria (53 unità, consegnato ai primi del Novecento, in seguito alla soppressione della parrocchia); S. Maria in Cosmedin (220 unità, secc. XVI-XIX, complementare al fondo collocato nell’Archivio del Vicariato, di pari consistenza); S. Maria in Via Lata (984 pergamene dal X al XVI sec. e 320 unità contabili e amministrative, dei secc. XVI-XIX; un’altra parte, assai consistente, si trova nell’Archivio del Vicariato); S. Maria ad Martyres o Pantheon (entrato nei primi anni del Novecento, 135 unità, secc. XVI-XIX; altre 344 unità si conservano in Vicariato).

NOTAI D’ORANGE

Il fondo (447 segnature, per 452 volumi cartacei) conserva l’antico archivio notarile del Principato di Orange, oltre a qualche registro di quegli stessi notai, che rogavano contemporaneamente anche in località del Contado Venassino (Avignon, Carpentras, Courthézon, Piolenc). Tutti i documenti sono datati tra il 1311 e il 1557. La documentazione costituisce una fonte completa estremamente preziosa per la ricostruzione della storia sociale della Provenza.
Il fondo fu acquisito dalla Vaticana nella prima metà del XX secolo, per cambio con l’Archivio Segreto Vaticano, ove era sino ad allora conservato, essendovi stato versato insieme ai documenti della cancelleria avignonese. Entrambe le collezioni – quella della cancelleria e quella notarile – provenivano infatti dagli archivi papali di Avignone.

RACCOLTA PATETTA

Federico Patetta (Cairo Montenotte, 16 febbraio 1867 - Alessandria, 28 ottobre 1945), storico del diritto italiano di cui tenne l'insegnamento dal 1892 al 1935 nelle università di Macerata, Siena, Modena, Pisa, Torino e Roma, raccolse un'ingente quantità di autografi, manoscritti, pergamene e stampati, che alla sua morte seguirono strade diverse.
La parte più cospicua, costituita dagli autografi, dai manoscritti e dalle pergamene, fu donata per disposizione testamentaria di Patetta alla Biblioteca Vaticana (amico di Contardo Ferrini, Patetta era almeno dal 1898 in corrispondenza con Giovanni Mercati, al momento della donazione Bibliotecario e Archivista di Santa Romana Chiesa); gli stampati furono acquistati dall'Università di Torino e posti e ordinati prima a Palazzo Carignano, in una biblioteca a lui intitolata, poi nella biblioteca del Campus "Luigi Einaudi". I libri, i documenti e i manoscritti di storia cairese collocati inizialmente nell'archivio della parrocchia di S. Lorenzo in Cairo Montenotte, entrarono in Vaticana nel 1965. Il fondo originario è attualmente suddiviso nelle quattro sezioni "Autografi e Documenti", "Pergamene", "Raccolta Patetta" e "Manoscritti", di cui le prime tre si conservano nella Sezione Archivi.
Della sezione "Autografi e Documenti", costituita per la maggior parte da lettere disposte in ordine alfabetico, sono a disposizione degli studiosi le cartelle dalla lettera "A" a "Dallari". Sono inoltre consultabili le prime 1163 pergamene. Il fondo (746 buste), creato nell'agosto 2006 ancora in via di ordinamento – e quindi non consultabile –, raccoglie i materiali che, presenti nell'originario insieme denominato «Autografi e documenti» risalente a Patetta stesso, fino all'anno indicato non ne erano stati estratti per essere versati negli altri tre fondi della Vaticana intestati al collezionista; vi si conserva dunque un certo numero di serie degli «Autografi e documenti», più o meno impoverite dal procedimento di estrazione. Recentemente, all'interno della Raccolta Patetta, è stato aperto alla consultazione il fondo Daugnon, che corrisponde alle buste 1-53 (Raccolta Patetta. Daugnon. 1-53), grazie alla pubblicazione del relativo inventario, pubblicato a cura di M. Buonocore. Il fondo raccoglie documenti e notizie relativi a varie famiglie che sono il risultato delle ricerche effettuate dalla società denominata "Archivio Storico Gentilizio", che François Foucault, conte di Daugnon (1836-1920), aveva fondato a Milano nel 1877.

F.U.C.I. (FEDERAZIONE UNIVERSITARIA CATTOLICA ITALIANA)

Durante il pontificato di Paolo VI sono giunti (donati da Michele Maccarrone, storico della Chiesa e legato personalmente agli esponenti della F.U.C.I.) 52 contenitori che raccolgono gli archivi personali di alcuni dirigenti e figure di rilievo (Maria Teresa Balestrino, Maria Carena, Giampietro Dore, Angela Gotelli, Angelo Raffaele Jervolino, Anna Martino, Ugo Piazza, Giandomenico Pini, Igino Righetti) della F.U.C.I. L’archivio sarà a breve messo in consultazione.


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