TUTTI.UMANITÀ IN CAMMINO

24/11/2021

Venerdì 5 novembre scorso Sua Santità Francesco è venuto in Biblioteca Vaticana per inaugurare il nuovo spazio espositivo permanente e la mostra «Tutti. Umanità in cammino.»
Come chiarisce il sottotitolo dell’esposizione – «Dalla cartografia di viaggio alle mappe utopiche e allegoriche: la Biblioteca Apostolica Vaticana incontra Pietro Ruffo» – quello che è stato allestito in alcune nostre sale è l’esito del lungo appassionato (e anche divertente) confronto tra la biblioteca dei pontefici e l’artista Pietro Ruffo, e vede esposte opere del patrimonio antico della Vaticana e creazioni contemporanee in una alternanza così armonica da aver tratto in inganno più d’uno dei primi visitatori, che hanno prese per contemporanee opere di cinquecento anni fa.
Aditus Chi visiterà l’esposizione si meraviglierà di quanto sia riduttivo pensare alla cartografia come alla rappresentazione della sola realtà geografica. Tutte le opere in mostra, antiche e contemporanee, infatti, concordano nel rivelare come gli uomini abbiano fatto spesso ricorso a quella forma mentis addirittura per descrivere ciò che sfugge ad una presa razionale e scientifica, ossia i propri sogni e i propri ideali, le utopie e i desideri, i viaggi e i rapporti di forza, la violenza e i timori, la fatica di vivere e le convinzioni religiose. Le proteste, gli incanti e le avventure.
L’approdo della visita, infine, sfugge ad ogni classificazione ed elude qualsiasi possibilità di descrizione: non c’è che da entrare nella sala Barberini della Biblioteca Vaticana ed ammirarvi l’installazione site specific ideata e realizzata da Pietro Ruffo. Quello che l’artista ci offre non è tanto la rappresentazione più efficace di una biblioteca, quanto piuttosto il ritratto di un’anima. La radiografia di una interiorità. La resa oggettiva e materica – fatta di rotoli di carta millimetrata applicata su tela – di ciò che si muove nell’animo del bibliotecario e dello studioso; la mappatura di quanto passa per la mente e agita il cuore di chi frequenta una biblioteca e vi passa ore e ore di studio. Al pari di quelle estratte dal patrimonio della Vaticana ed esposte nella sala precedente, l’installazione di Ruffo nella Sala Barberini è una carta non geografica, nella quale viene tentata per la prima volta la rappresentazione al millimetro dei moti della curiosità. La rappresentazione prospettica dello stupore che i libri suscitano nell’intimo del lettore e dello studioso. La mappatura del desiderio.

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