Catalogo Elettronico

Il catalogo elettronico dei manoscritti si alimenta, o potrebbe alimentarsi, da fonti diverse: a) l'indice alfabetico su schede dei manoscritti (IAM), anche noto come «schedario Bishop» (allestito fra gli anni Venti e Quaranta del secolo scorso sulla base dello spoglio di diverse migliaia di manoscritti di vari fondi greci e latini); b) cataloghi a stampa dei fondi (sono convertiti elettronicamente i dati individuati come più significativi, sulla base del principio che la conversione non sostituisce il catalogo riflettendolo nella sua totalità ma costituisce un accesso a esso); c) informazioni bibliografiche, tratte dallo spoglio di riviste, di bibliografie a stampa e di cataloghi di mostre; d) registrazioni della Sezione Archivi; e) catalogazioni ad hoc. In linea di massima, dunque, il catalogo elettronico non mira a sostituirsi alle tradizionali forme di catalogazione, analitiche o meno, ma costituisce una prima e più rapida via di accesso al patrimonio manoscritto della Vaticana.

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